Gessi triassici della Val Secchia (Reggio E.)

L’affioramento, facente parte della Formazione di Burano, è distribuito su una superficie di circa 20 kmq all’interno dei territori comunali di Busana, Castelnovo ne’monti e Villa Minozzo, e si identifica con un’area di forma lenticolare che si sviluppa lungo il corso medio-alto del fiume Secchia per una decina di chilometri, non superando quasi i 3 chilometri di ampiezza e compresa abbondantemente tra la località di Cinquecerri verso monte e quella di Cerredolo verso valle. Dal 1995 l’intera zona carsica rientra con i suoi 1907 Ha tra i siti di interesse comunitario (SIC) tutelati a livello europeo ed è inserito all’interno del progetto della rete “Natura 2000” con l’identificativo “IT4030009-SIC-Gessi Triassici”. Per circa il 40% della sua superficie rientra anche all’interno della zona protetta del Parco Naturale dell’Alto Appennino Tosco-Emiliano, divenuto Parco Nazionale nel 2001.
Lo spessore della formazione è molto variabile a causa degli effetti della tettonica sulle sue rocce evaporitiche: con la trasformazione del gesso in anidrite si ha la perdita di quasi il 40% del volume, mentre una successiva idratazione ne comporta un aumento del 60%. Nei sondaggi effettuati nei pozzi Foresta Umbra 1 e Antrodoco 1 si è rivelata di circa 1700m, ma nella Toscana meridionale si sono rilevati anche spessori compresi tra zero e poche centinaia di metri. Gli strati in genere variano da pochi centimetri a qualche metro.
Come osservato in generale nella Formazione di Burano, anche qui il gesso si presenta con aspetti diversi. I più frequenti sono due: quello a grandi cristalli, generalmente deformati, che potrebbe essere interpretato come gesso primario se all’interno il microscopio non rivelasse relitti di anidrite, e il gesso microcristallino, la cui genesi per idratazione dell’anidrite è quasi sempre evidente. Sono inoltre presenti numerosi minerali accessori quali quarzi neri (per inclusione di materiale di origine organica), pirite, fluorite, zolfo metallico.
Estratto da Relazione di Alex Luppolini (Studente Scienze Naturali).

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